Scarica 
            il libro in formato pdf (7,12 Mb) 
          Dalle 
            prefazioni:
          Non 
            è agevole valutare criticamente ed individuare l'ispirazione 
            più recondita di quest'opera, data la ricchezza e la diversificazione 
            dei temi trattati.
            L'oggetto di indagine degli autori si incentra sul Parco Capanne di 
            Marcarolo e si ricollega quindi direttamente alla precedente pubblicazione 
            "Il parco Capanne di Marcarolo e dintorni" ediz. 1997, a 
            firma degli stessi fratelli Leardi. Il precedente approccio al territorio, 
            nel tentativo di non lasciarsi sfuggire tutte le tematiche storiche, 
            etnografiche e naturalistiche che lo caratterizzano, è sfociato 
            in un' opera che gli autori stessi hanno definito una "miscellanea" 
            di voci che sorgono dal Parco, siano esse argomenti di storia o di 
            attualità connesse all'istituzione del Parco stesso.
            Tale diversificazione di tematiche suggerisce certamente una prima 
            impressione di frammentarietà che trova un filo conduttore 
            solamente in certi spunti di fondo che si ripetono e che riconducono 
            il tutto ad unità logica e concettuale, come ha opportunamente 
            commentato il prof. Francesco Surdich dell'università di Genova.
            La presente pubblicazione ha per oggetto tematiche forse più 
            prosaiche, ma intese a ricordare e preservare usi e tradizioni che 
            forse andrebbero irrimediabilmente perduti per le nuove generazioni 
            a causa della difficoltà di sintonizzarsi su specifici argomenti.
            Ecco quindi che l'indagine, spogliata degli orpelli squisitamente 
            storici, si dirige essenzialmente ad un approccio diretto con la natura 
            od a temi che destano interrogativi su un progresso calato troppo 
            in fretta nel passaggio epocale dalla civiltà contadina a quella 
            postindustriale.
            In sostanza, ciò che più preme agli autori è 
            l'intento di trasmettere alla presente ed alle generazioni che seguiranno 
            il phatos per tutto ciò che irrimediabilmente non potrà 
            più ripetersi e che potrà rivivere retrospettivamente 
            solamente attraverso la ricostruzione storica. In questa dimensione 
            assurge a centralità di tematiche la rivisitazione della "Cascina 
            Montanara" e l'indagine etologica, vuoi pure anche attraverso 
            la ricerca culinaria di squisite ricette e giacimenti gastronomici, 
            esaltati dall'uso delle essenze aromatiche profuse da questo Appennino 
            Ligure-Piemontese, ove la mano sapiente della natura ha miscelato 
            in perfetto equilibrio tramontana e venti di mare. Un plauso dunque 
            da parte mia per l'impegno profuso dagli autori nell'approfondimento 
            degli aspetti naturalistici ed etologici del nostro Appennino, impegno 
            che si è tradotto in una preziosa guida per tutti coloro che 
            intendono apprezzare le voci più recondite di questo stupendo 
            territorio. Un vivo ringraziamento va anche all'architetto Andrea 
            Gandino di Ovada che ha voluto commentare iconograficamente l'opera 
            con somma perizia nella scelta delle immagini.
          
            Mara Scagni
            Assessore alla Pubblica Istruzione
            della Provincia di Alessandria