Domenico Buffa

«Domenico Buffa aveva per la schiettezza dei modi e la lealtà dell'animo anche la stima degli avversari»
( Vincenzo Gioberti )

"Se l'Italia della seconda metà del secolo XIX farà senno e cuore, l’anno 1848 rimarrà. Era di una nuova e maggiore età della sua storia; se altramente rimarrà almeno illustre e lamentato per aver proseguiti insieme i tre pensieri d'ogni buona e grande politica nazionale, l'indipendenza, l'unità e la libertà". Questo scriveva Cesare Balbo nella "Prefazione" ad una sua opera pubblicata postuma nel 1857. Lo storico piemontese che, presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna, aveva vissuto tutte le vicende di quell'anno singolare, ha sintetizzato le aspirazioni del mondo politico subalpino: 1'indipendenza, 1'unità e la libertà, che sostanzialmente sono state le colonne portanti del dibattito politico piemontese.
Anno memorabile il 1848, ma anche anno pieno di contraddizioni e di errori, ma questi in gran parte erano dovuti alla pluralità dei problemi che si susseguivano e alle difficolta da affrontare. Ci sono stati errori di valutazione, gelosie, diffidenze, ma la classe dirigente subalpina, per mezzo dei suoi deputati, ha operato con onestà. Bisogna tener conto della situazione politica di quel tempo e giustificare la condotta di quegli uomini. Oggi è facile per la critica storica pronunciare una sentenza negativa. Comunque quella del 1848 e stata una grande esperienza politica che ha posto le basi per una più razionale conduzione della cosa pubblica. Ministri e deputati, con 1'avvento del sistema rappresentativo, con nessuna dimestichezza con le cose parlamentari hanno però dato prova di saper porre sul tappeto argomenti di grande momento.
Domenico Buffa, il più giovane parlamentare piemontese (aveva da poco compiuto i trent'anni) si era distinto nelle discussioni, aveva molte volte preso la parola e tenuto anche lunghi discorsi. Aveva fatto sentire la sua voce a favore dei soldati impegnati nella guerra d'indipendenza, sulla situazione drammatica della Lunigiana, su varie questioni relative alla funzione del parlamento (all'inizio era stato, come giovane, uno dei quattro segretari della Camera) ma soprattutto si era fatto un nome quale oppositore del ministero Perrone-Pinelli. Quando fu elevato al ruolo di ministro da Vincenzo Gioberti era conosciuto come uomo leale e onesto, giornalista politico ed era stato organizzatore della Guardia nazionale in provincia di Alessandria ed aveva una certa rilevanza nel mondo culturale piemontese e toscano.
I democratici lo stimavano perche aveva pensato alle esigenze del popolo e dopo l'armistizio Salasco (9 agosto 1848) era stato uno dei più strenui fautori per la ripresa delle ostilità contro l'Austria, dichiarando l'impossibilità della mediazione anglo-francese.
Gioberti lo scelse con Rattazzi, Ricci, Sineo, Cadoma, Tecchio, Sonnaz, rilevando in lui preparazione e buon senso. Qualcuno disse che era stato chiamato troppo presto al govemo. Si era parlato inizialmente della Pubblica Istruzione poi data a Carlo Cadoma; gli fu assegnato il ministero di Agricoltura e Commercio.
Così entrò in quel ministero detto "democratico", come volevano i genovesi, che formulò un programma ricco di buone affermazioni (che poi la velocità dei problemi e le difficoltà dei tempi e la brevità del mandato resero quasi nullo).
II giovane ministro non ebbe tempo di interessarsi del suo dicastero perché la situazione politica era estremamente grave: fu subito mandato a Genova in qualità di commissario plenipotenziario con tutti i poteri civili e militari, dove altri commissari avevano fallito.
La democrazia genovese che in più occasioni aveva invocato un ministero democratico avanzava richieste di forte significato politico, voleva, tra le altre cose, che i forti che difendevano le citta fossero assegnati non alla truppa di linea ma alla Guardia Nazionale. Genova era in tumulto da tempo.
(Stralcio dello studio di Emilio Costa, Domenico Buffa, Ministro del Regno di Sardegna, Commissario con pieni poteri a Genova (dicembre 1848), Studi di Storia Ovadese, Memorie dell'Accademia Urbense n.53, 2005, pp. 371-375).

Speciale mostra storica, Domenico Buffa, Supplemento URBS, Anno XXIV n.1 marzo 2011, pp. 20-21 (2 pp. in pdf 0,32 MB)

Emilio Costa, La giovinezza di Domenico Buffa
(parte I) URBS, Anno XXI n.1 marzo 2008, pp. 7-15 (9 pp. in pdf 2,87 MB)
(parte II) URBS, Anno XXI n.3 settembre 2008, pp. 200-206 (7 pp. in pdf 1,58 MB)

Lara Piccardo, Domenico Buffa e gli Ebrei, URBS, Anno XIX n.1 marzo 2006, pp. 15-17 (3 pp. in pdf 0,62 MB)

Francesca Taponecco, Il Piemonte durante l'età della Restaurazione. Lettere di Domenico Buffa al giornale "L'Italia" di Pisa (1847), URBS, Anno XVII n.3-4 set-dic. 2004, pp. 194-209 (16 pp. in pdf 3,70 MB)

Emilio Costa, D'Azeglio, Cavour e la crisi politica del 1852 in Piemonte attraverso le carte di Domenico Buffa, URBS, Anno XX n.2 giugno 2007, pp. 100-110 (11 pp. in pdf 2,75 MB)

Emilio Costa e Erio Bertorello, Garibaldi e Domenico Buffa, URBS, Anno XX n.3 settembre 2007, pp. 189-198 (10 pp. in pdf 2,30 MB)

Emilio Costa, Domenico Buffa, Mazzini, Garibaldi, URBS, Anno XVI n.3-4 dicembre 2003, pp. 180-193 (14 pp. in pdf 3,23 MB)

Emilio Costa (a cura di), Lettere di Domenico Buffa, URBS, Anno XV n.2 giugno 2002, pp. 88-109 (22 pp. in pdf 4,83 MB)

Lara Piccardo, Domenico Buffa e Niccolò Tommaseo, URBS, Anno XVIII n.2-3 giu-set. 2005, pp. 111-112 (2 pp. in pdf 0,94 MB)

Emilio Costa (a cura di), Lettere inedite di Domenico Buffa nella raccolta Piancastelli nella Biblioteca Comunale di Forlì, URBS, Anno XVII n.2 giugno 2004, pp. 119-120 (2 pp. in pdf 0,48 MB)

Alessandro Laguzzi, Ovada nel Risorgimento: "Lo Statuto", URBS, Luglio 1987 - Numero unico, pp. 16-20 (5 pp. in pdf 1,53 MB)

Emilio Costa, Domenico Buffa, Ministro del Regno di Sardegna, Commissario con pieni poteri a Genova (Dicembre 1848), in Alessandro Laguzzi e Edilio Riccardini (a cura di), Atti del Convegno “Studi di storia Ovadese”, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 53, Ovada 2005, pp. 371-455 (86 pp. in pdf alta qualità 0,76 MB)

Bianca Montale, Una memoria di Domenico Buffa a Cavour, in Alessandro Laguzzi e Edilio Riccardini (a cura di), Atti del Convegno “Studi di storia Ovadese”, Memorie dell'Accademia Urbense (nuova serie) n. 53, Ovada 2005, pp. 457-473 (17 pp. in pdf alta qualità 0,38 MB)

Emilio Costa (a cura di), Il Regno di Sardegna nel 1848-1849 nei carteggi di Domenico Buffa, vol. I (28 Settembre 1847-18 Dicembre 1848), Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma 1966, 437 pp. (441 pp. in pdf 20,8 MB)

Emilio Costa (a cura di), Il Regno di Sardegna nel 1848-1849 nei carteggi di Domenico Buffa, vol. II (19 Dicembre 1848-19 Febbraio 1849), Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma 1968, 571 pp. (571 pp. in pdf 27,3 MB)

Emilio Costa (a cura di), Il Regno di Sardegna nel 1848-1849 nei carteggi di Domenico Buffa, vol. III (20 Febbraio-29 Novembre 1849), Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma 1970, 473 pp. (468 pp. in pdf 20,9 MB)

Carteggio Castelli - Buffa, da Emilio Costa (a cura di), Carteggio politico inedito di Michelangelo Castelli con Domenico Buffa (1851-1858), Fondazione "Camillo Cavour", Santena 1968, 337 pp. (330 pp. in pdf 37,2 MB)

Lettere di Rattazzi a Buffa, in Rossana Roccia (a cura di), Epistolario di Urbano Rattazzi, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Gangemi editore, 2009, 575 pp. (118 pp. in pdf 21,3 MB)